Inquinamento e nanopatologie


    Beppe Grillo ha detto di loro che hanno trovato l’anello mancante tra inquinamento e tumori.

    Stiamo parlando di due ricercatori emiliani, Antonietta Gatti e Stefano Montanari. Noi abbiamo intervistato Stefano Montanari, per farci raccontare la loro scoperta.

    Abbiamo scoperto che alcune polveri mangiate o inalate riescono a finire nel torrente circolatorio, cioè nel sangue, e da qui finiscono in qualsiasi organo.

    Quando sono negli organi, queste polveri che non sono biodegradabili - quindi il nostro organismo non è capace di disfarsene - e non sono nemmeno biocompatibili con la vita - quindi sono patogeniche – fanno venire delle malattie.

    Si tratta, in generale, di malattie infiammatorie, granulomatosi, oppure malattie come infarto, ictus, perché queste particelle provocano coagulazione del sangue. L’ingestione di queste polveri può anche dare luogo in soggetti predisposti, a tutta una serie di malattie neurologiche, come ad esempio il Parkinson o l’Alzheimer.

    D: Perché l’inquinamento?

    R: Perché tutte le fonti di calore, le combustioni dei motori, delle fonderie, dei cementifici, degli inceneritori, dei cosiddetti termovalorizzatori provocano la creazione e la nascita di polveri. Queste polveri sono tanto più piccole quanto più alta è la temperatura di combustione. Queste particelle, più sono piccole più finiscono in profondità nel nostro organismo – fino a finire nella cellula- e più sono patogeniche.

    D: Per studiare e scoprire le nanopolveri servono strumenti particolari?

    R: Serve uno strumento che si chiama microscopio elettronico a scansione ambientale.

    D: Ce l’avete a disposizione?

    R: Ce l’avevamo, poi per tutta una serie di motivi lunghissimi da spiegare, non ce l’abbiamo più. Grazie ad una raccolta fondi organizzata da Beppe Grillo siamo in procinto di ricomprarlo. La casa produttrice ci ha già dato in uso questo strumento, anche se non abbiamo ancora tutti i soldi per pagarlo. Contiamo - e speriamo - di finire la raccolta fondi entro qualche mese. Il microscopio elettronico non sarà nostro ma di una onlus che ce lo darà in prestito. Non ne avremo la proprietà, ma ne godremo l’uso, che è la cosa fondamentale per noi. Tra l’altro questo nuovo microscopio è molto più potente di quello che avevamo prima e ci permette di fare cose straordinarie!

    D: Quanto costa?

    R: A noi l’hanno dato a un prezzo molto particolare, anche grazie a Beppe Grillo: 378.000 euro. Ne mancano ancora 100.000 tondi per poterlo acquistare.

    D: C’è un sito web da segnalare per chi voglia partecipare alla raccolta fondi?

    R: Basta andare su www.beppegrillo.it e cliccare "La ricerca imbavagliata" per trovare tutte le coordinate.

    Anche su www.nanodiagnostics.it ci sono tutti i riferimenti per chi voglia dare un contributo e si trova molto materiale sulle nostre ricerche e sulle nanopatologie.

    Intervista a cura di Paola Magni e Claudio Vigolo.