Inquinamento: attenti agli ambienti chiusi


    Autore: Paolo Micheli. Nella complessa tematica che riguarda l'inquinamento, il radon rappresenta, da qualche tempo, un nuovo nemico da combattere.

    L'interesse per il radon è cresciuto sempre più col passare del tempo, in quanto agisce sostanzialmente all'interno delle mura domestiche ed in qualsiasi altro ambiente chiuso.

    La preoccupazione più o meno fondata per questo gas ha spinto i legislatori a definire limiti di legge per di concentrazione che possono regolare o meno l'agibilità delle abitazioni. Sembrerebbe, quindi, che il radon rappresenti un pericolo importante.

    Cerchiamo di fare chiarezza.

    Cosa è il Radon

    Il radon è un elemento gassoso radioattivo, chimicamente inerte. S'identificano diversi isotopi:

    • Radon-222, deriva dal decadimento del radio-226 (capostipite uranio-238) per emissione di una particella alfa (He2+) ed ha un tempo di dimezzamento di 3,8 giorni;
    • Radon-220 (thoron), proviene dal decadimento del torio-232 ed ha un tempo di dimezzamento di 55 secondi;
    • Radon-219 (actinon), discende dal decadimento del radio-223 (capostipite uranio-235) ha un tempo di dimezzamento di 4 secondi.

    È ragionevole considerare, come specie principale, il radon-222 poiché ha un tempo di semivita notevolmente superiore agli altri.

    Il radon mostra un comportamento paragonabile ai gas nobili (inerzia chimica). Questa proprietà  permette la facile diffusione nei terreni ed in natura.

    A basse temperature è solubile in acqua, veicolo principale di dispersione per questo gas.

    Non è facile riconoscerlo, poiché è inodore, incolore, insapore. È rivelabile solo misurando le energie emesse dal suo decadimento radioattivo. I prodotti di decadimento (fissione) sono: polonio-218, piombo-214, bismuto-214, polonio-214.

    Questi sono molto reattivi e tendono a aderire alle superfici ed al particolato (aerosol) che interessa l'apparato respiratorio.

    Effetti sulla salute

    Gli effetti sulla salute sono, sostanzialmente, riconducibili all'inalazione dei prodotti di decadimento.

    Il radon è un elemento naturale presente normalmente in natura. Sono state riscontrate discontinuità  di concentrazione di radon in natura, in funzione degli aspetti geologici del suolo (ad esempio, zone vulcaniche).

    Per quanto riguarda la concentrazione di radon negli ambienti domestici, può apparire semplice basarsi su dati relativi a prospezioni minerarie per ottenere una mappatura che rilevi la presenza di questo gas.

    Ma quest'approccio non risulta efficace, infatti, sono state riscontrate discrepanze notevoli di concentrazione del gas tra abitazioni, essenzialmente legate alla particolarità  costruttiva ed alle abitudini di vita, differenze maggiori di quelle prevedibili secondo quanto è possibile razionalizzare attraverso le informazioni geochimiche del suolo.

    A causa del tempo relativamente breve in cui il radon può decadere, particolare importanza assumono i compartimenti a più immediato contatto con l'atmosfera interna delle abitazioni che possono svolgere il ruolo di sorgente o riserva.

    Il contributo maggiore all'atmosfera domestica è dato dal suolo sottostante l'edificio.

    Il radon può diffondere attraverso fenditure e cricche, fondazioni e muri in prossimità del suolo.

    D'altra parte, autorità  americane hanno già  da tempo richiamato l'attenzione sul fatto che diversi materiali edili, negli USA, potevano contenere tracce di radio o di uranio naturale.

    Le concentrazioni registrate (paragonabili a quelle del terreno) rispecchiavano la normale discontinuità della presenza di questa elementi nella crosta terrestre.

    La derivazione di stime di rischio dovute alla presenza di radon negli ambienti chiusi non è un compito facile. Differenti studi condotti negli anni, hanno riportato conclusioni diversificate.

    Sebbene il radon possa essere direttamente misurato, diversi meccanismi tendono a rimuovere i prodotti di decadimento dall'aria che possiamo respirare.

    Cos'è il WLM

    Il parametro che viene concretamente utilizzato in radioprotezione è l'esposizione cumulativa misurata in livelli lavorativi mensili (WLM).

    Un WLM è definito come l'esposizione a cui va incontro un minatore durante le 170 ore lavorative mensili.

    Per ottimizzare questa valutazione, il rateo di inalazione, la durata dell'esposizione annuale, differente per lavoratori e cittadini, sensibilità  personale ecc. sono alcune correzione che devono essere prese in considerazione.

    Il punto delicato è quello del passaggio dalla esposizione cumulativa alla stima del rischio.

    La complessità deriva sia dalle incertezze sui meccanismi di induzione del cancro, sia dalla limitata disponibilità  di dati epidemiologici completi.

    Le stime di rischio di cancro ai polmoni riferibili alla esposizione al radon ed ai suoi prodotti di decadimento, provengono principalmente da studi epidemiologici su lavoratori in miniere sotterranee.

    Le diverse condizioni di esposizione richiedono una revisione globale del problema dosimetrico.

    La preoccupazione per questa forma di inquinamento, solo recentemente ha raggiunto livelli di attenzione concreti. Nel Dlg. 241/00 vengono per la prima volta considerati i problemi circa l'inquinamento da parte del radon, sebbene in modo ancora incompleto e limitato nell'applicazione.

    Conclusioni

    In conclusione, vorrei sottolineare l'importanza della disomogeneità  della composizione geochimica del sottosuolo.

    Nel 1999, una ricerca condotta dall'Agenzia Nazionale per la Protezione Ambientale, Istituto Superiore di Sanità e Amministrazioni Regionali, hanno raccolto i dati relativi alla distribuzione della concentrazione media di radon per metro cubo nelle regioni italiane.

    I risultati confermano quanto detto prima; zone vulcaniche con quelle presenti nel Sud Italia influiscono in modo considerevole nel determinare un alto livello di concentrazione di radon.

    Il problema rimane aperto, ma bisogna considerare un aspetto molto importante che potrà essere ripreso nei prossimi interventi, il concetto di radioattività  naturale.

    E' sorprendente, per certi versi, sapere, che la radioattività  di origine cosmica o terreste è una componente inseparabile della esistenza dell'uomo.

    Da quando l'uomo è comparso sulla Terra, l'esposizione alla radioattività è un aspetto insito nell'evoluzione e nella vita quotidiana dell'uomo.

    Un abitante del Lazio, Umbria o della Campania, risulterà  più esposto al radon, ma è da millenni che è così. Insomma, la preoccupazione per il radon, secondo il mio parere, è stata sopravvalutata.

    Bibliografia

    È vastissima la bibliografia centrata su questo argomento, qui sono riportati articoli e manuali tra i più importanti e recenti.

    • Commission of the European Communities "Radiation Atlas. Natural sources of ionising radiation in Europe " Directorate of Environment, Nuclear Safety and Civil Protection, EUR 14470, 1993;
    • NCRP Scientific Committee 82 "Control of radon in houses" NCRP Report N° 103, 1989;
    • Healt Physics Society "Results of the representative italian national survey on radon indoors" 1996;
    • Atti del Congresso Nazionale Associazione Nazionale di Radioprotezione, 20-22 Settembre 2000;

    Sitografia

    Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 241 - "Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti" www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/00241dl.htm

    BBC News - "Radon gas linked to cancer deaths" http://news.bbc.co.uk/1/hi/health/4113765.stm

    IAEA - International Atomic Energy Agency www.iaea.org

    ANPEQ - Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati nella sorveglianza fisica di radioprotezione www.anpeq.it

    ENEA - Ente Nazionale per l'Energia e l'Ambiente www.enea.it

    HPA - Health Protection Agency www.hpa.org.uk/radiation