IIT: ad Abilitando con le tecnologie che aiutano le persone con disabilità


Title: BLINDPAD_2 Author: L.Taverna Credits: © 2017 IIT ID: 9681Genova, 6 ottobre 2017 - Robot in grado di dare assistenza agli anziani, dispositivi per la riabilitazione degli arti superiori, lenti acustiche per disabilità uditive, tavolette tattili e braccialetti sonori per persone non vedenti sono alcune delle tecnologie sviluppate dall’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia che sono presenti ad Abilitando 2017, l’appuntamento dedicato al rapporto tra nuove tecnologie e disabilità che si tiene a Bosco Marengo (Alessandria) il 6 e 7 Ottobre.

L’evento è promosso dall’Associazione Abilitando con l’obiettivo di facilitare la vita quotidiana delle persone disabili, arrivando a colmare, anche grazie alla tecnologia, gap fisici e cognitivi.

L’evento è alla sua seconda edizione ed è rivolto a tutti gli attori coinvolti nell’analisi e nella realizzazione di servizi a supporto delle persone con disabilità, per il miglioramento della loro qualità di vita e maggiore inclusione sociale, in coerenza con la Convenzione ONU, sui diritti delle persone con disabilità del 2006. Membro del comitato scientifico è Luca Brayda, ricercatore team leader di IIT.

L’IIT è presente con un’area espositiva in cui saranno mostrati dispositivi e programmi di ricerca che rispondono a esigenze legate a determinate disabilità, da quella motoria a quella visiva e uditiva, fino alle problematiche cognitive legate all’invecchiamento: BlindPad, TeleTatto, WeDraw, ABBI-K, Glassense, Wristbot e  umanoidi in “sintonia” con l’uomo.

Sono quattro i progetti pensati per i disabili visivi, per i quali IIT si avvale della collaborazione dell’Istituto David Chiossone onlus per i ciechi e gli ipovedenti, centro di eccellenza nazionale nel campo della riabilitazione visiva.

BlindPAD è il primo prototipo di tavoletta tattile con giochi educativi in grado di far percepire alle persone non vedenti e ipovedenti informazioni grafiche sotto forma di stimolazioni tattili, rendendo possibile la comprensione di concetti astratti, come figure geometriche e mappe di luoghi. Il prototipo nasce da un progetto europeo coordinato da IIT ed è stato realizzato attraverso la continua interazione con persone con disabilità visive e specialisti della riabilitazione, grazie alla partnership con l’Istituto David Chiossone Onlus di Genova ed enti di ricerca svizzeri, ungheresi tedeschi e polacchi. Può essere già usato come ausilio nei centri di riabilitazione visiva e, in futuro, potrà trasformarsi in una piattaforma riabilitativa portatile da usare negli ambienti scolastici e domestici.

Tatto e vista sono anche al centro del progetto TeleTatto, con il supporto di Fondazione Vodafone Italia e la collaborazione dell’Istituto David Chiossone, che mira alla progettazione e validazione sul campo di un sistema di educazione a distanza per bambini e ragazzi con disabilità visive. Il sistema TeleTatto prevede che un esperto di riabilitazione, o insegnante, si colleghi, tramite un terminale connesso in rete (PC o tablet) ad uno o più utenti non vedenti, i quali, comodamente da casa o da scuola, useranno alcuni dispositivi tattili, anche loro connessi in rete, e sviluppati per stimolare la loro immaginazione spaziale.

L’apprendimento della matematica e della geometria nei bambini sono invece il focus del progetto WeDraw, coordinato da IIT e finanziato dalla Commissione Europea, che si propone di inventare un nuovo metodo multisensoriale di insegnamento. Vista, udito e tatto, infatti, sono attivi in ciascun bambino con gerarchie differenti, ed è possibile individuare un senso “preferito” e sfruttarlo nello studio di alcuni elementi matematici. Ad Abilitando saranno mostrati come il suono e le scale musicali possono aiutare a comprendere le dimensioni e gli angoli.

Suono e vista sono associati in ABBI – K, un sistema per la valutazione e la riabilitazione della percezione spaziale nei bambini non vedenti o ipovedenti attraverso il suono, creato per consentire ai terapisti di svolgere divertenti attività educative e monitorare i progressi nello sviluppo delle competenze spaziali.  Il sistema comprende il braccialetto sonoro ABBI (Audio Bracelet for Blind Interactions) e un kit di altoparlanti gestiti tramite un’app per smartphone, e nasce da un progetto europeo diretto da IIT.

Le disabilità uditive sono il focus di Glassense, un ausilio indossabile con la forma di un comune paio di occhiali. La tecnologia è basata su speciali combinazioni di più microfoni, che creano una sorta di “lente acustica” in grado di elaborare il suono in base alla sua provenienza, amplificando le sorgenti sonore che si trovano di fronte a chi indossa gli occhiali e attenuando le voci e i rumori circostanti. Indossando Glassense, basta dirigere il proprio viso verso la persona con la quale si sta avendo una conversazione, per comprendere meglio il parlato anche in ambienti rumorosi. La ricerca è frutto della collaborazione di IIT con università, enti di ricerca, aziende e centri di riabilitazione tutti situati in Liguria. Glassense è stato premiato come migliore idea nel campo dell’ innovazione sociale a Smart Cup Liguria 2016.

Wristbot è un dispositivo robotico che permette la riabilitazione degli arti superiori, in particolare il polso, quando sono presenti traumi o disabilità articolari, muscolari o neurologici. Consiste in un manipolatore per il movimento delle tre articolazioni del polso in diverse modalità, in modo da allenare e nello stesso tempo leggere l’attività motoria della persona. Il dispositivo è in sperimentazione clinica in Italia nei laboratori congiunti presso l’Istituto Giannina Gaslini di Genova, il Centro di Riabilitazione Motoria INAIL di Volterra e l’Ospedale San Martino di Genova ma anche all’estero in Canada, negli Stati Uniti e a Singapore. Attraverso il suo sofisticato sistema di misura ad alta risoluzione in tempo reale, il clinico ha a disposizione uno strumento per misurare in modo preciso il percorso riabilitativo svolto. Il paziente interagisce fisicamente con il dispositivo e visivamente con un ambiente stimolante di realtà virtuale.

L’invecchiamento e il futuro dell’assistenza di persone con fragilità sono gli scenari attorno cui si confrontano i ricercatori del gruppo  Social Cognition in Human-Robot Interaction, che uniscono i metodi delle neuroscienze cognitive (analisi dei movimenti oculari, tempi di reazione ed encefalogramma),  con la robotica, con l’obiettivo di costruire nel prossimo futuro robot umanoidi in grado di interagire con l’uomo avendo lo stesso grado di “sintonia” che sia ha tra persone, come per esempio la comprensione delle intenzioni reciproche tramite lo sguardo. Tali robot potranno essere utilizzati per l’assistenza medica, il supporto e il trattamento di determinate disabilità sociali, quali l’autismo, e in ambito assistenziale per persone anziane.


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