Come prevedere i terremoti con lo smartphone


    Un gruppo di ricercatori americani sostiene che il prossimo grande terremoto potrà essere previsto analizzando i dati raccolti dagli smartphone e dai fitness tracker (i dispositivi per il monitoraggio della forma fisica).

    Immagine 1 – L’app CSN-Droid raccoglie i dati e mostra le informazioni riguardanti i terremoti sulla mappa. Credits: Caltech.

    L'anno scorso, in seguito al terremoto di magnitudo 6.0 che ha scosso la valle di Napa, i sensori nei fitness tracker di Jawbone hanno registrato i disturbi sismici nella zona di Berkeley, Oakland e nella zona di San Jose. I dati (pubblicati sul sito dell’azienda) hanno mostrato gli effetti sul sonno delle persone durante le prime ore del mattino.

    I dati raccolti dai sensori degli smartphone e dei fitness tracker potrebbero avere valore predittivo?

    I ricercatori dell'US Geological Survey sostengono che tali dati potrebbero avere valore predittivo. L’accelerometro e il sensore GPS in uno smartphone potrebbero muoversi all’improvviso in una sola direzione. Se centinaia o migliaia di smartphone registrassero contemporaneamente lo stesso movimento potrebbe essere possibile tracciare in tempo reale tali spostamenti su una mappa.

    “Immaginate la città di Portland in una giornata di sole con le persone sedute ai tavolini dei bar con i propri smartphone mentre la terra inizia a tremare all’improvviso: l’intera città sembrerebbe muoversi” scrive Benjamin Brooks ricercatore dello United States Geological Survey (USGS).

    Gli scienziati dell'agenzia americana hanno testato l'idea utilizzando un modello computerizzato progettato per prevedere come potrebbero apparire i dati provenienti dagli smartphone prima, durante e dopo un grande terremoto.

    Il modello ha simulato un terremoto di magnitudo 7.0 lungo la zona di faglia di Hayward, San Francisco. Lo stesso modello è stato inoltre utilizzato impiegando i dati sismici reali del devastante terremoto avvenuto in Giappone nel 2011.

    Immagine 2 - Crowdsourced Earthquake Warnings. Gli smartphone possono rilevare i movimenti del terreno e lanciare l’allarme prima dell’arrivo di scosse più forti. Artwork credit: Emiliano Rodriguez Nuesch e Pacifico.la

    Le analisi dei ricercatori suggeriscono che i dati provenienti da 5000 smartphone potrebbero essere sufficienti per identificare l'inizio di un forte terremoto, consentendo ai responsabili della protezione civile di lanciare un allarme cinque secondi prima che il disastro colpisca altre zone densamente popolate.

    “La velocità di un tale sistema di allarme è sicuramente più alta di un terremoto” sostiene Craig Glennie uno degli autori dello studio e prof. dell’Università di Houston. Quindi anche se cinque secondi sembrano pochi potrebbero essere un tempo sufficiente per azionare ad es. degli allarmi, interrompere l’erogazione del gas, disattivare le linee elettriche, aprire tempestivamente le porte dei garage delle caserme dei vigili del fuoco per accelerare le operazioni di soccorso.

    I ricercatori ritengono che il crowdsourcing (la possibilità di utilizzare i contributi provenienti da un gruppo indefinito di persone non organizzate precedentemente per raggiungere un obiettivo specifico) sia uno strumento prezioso per la previsione dei disastri. Alcuni studi precedenti suggeriscono infatti che la segnalazione, la raccolta e l’analisi dei dati provienti da singoli smartphone durante e dopo un terremoto potrebbero aiutare gli scienziati a costruire modelli predittivi più accurati.

    L'ultimo studio però si distingue per essere uno dei primi a misurare il potenziale degli smartphone per identificare il momento iniziale di un terremoto. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science AAAS DOI: 10.1126/science.348.6231.196-o.

    Purtroppo tale sistema ha ancora dei grossi limiti. L'uso del GPS infatti esaurisce rapidamente le batterie dei telefoni, quindi la raccolta dei dati è limitata al periodo di tempo in cui i telefoni hanno un livello sufficiente di energia. Durante un terremoto un telefono può cadere e non essere quindi in grado di trasmettere i dati.

    "Il sistema ha grandi potenzialità e siamo di fronte solo al primo passo di questa ricerca" scrive Jesse Lawrence, sismologo della Stanford University di Palo Alto, California.

    Un sistema del genere potrebbe essere applicato anche al di fuori degli USA e in particolare negli stati europei, che non hanno un sistema pubblico di allerta diffuso in maniera capillare sul proprio territorio e hanno inoltre sia un'elevata diffusione degli smartphone sia un alto rischio sismico.