Il prof. Benjamin Sovacool, direttore del Sussex Energy Group presso l'Università del Sussex, sostiene che la prossima grande rivoluzione energetica potrebbe avvenire in una frazione di tempo molto piccola rispetto ai grandi cambiamenti che si sono avuti nella storia della nostra civiltà.
Immagine 1 - Pannelli fotovoltaici integrati nella tettoia del parcheggio delle automobili presso l'Università autonoma di Madrid, Spagna. Credits: By Hanjin - Own work, CC BY-SA 3.0, Wikimedia Commons
Ma per ottenere tale cambiamento sarà necessario un grande sforzo collaborativo e interdisciplinare, dichiara Sovacool. Tale sforzo dovrà basarsi su quanto sperimentato e ottenuto dai precedenti sistemi energetici e dalle transizioni della tecnologia.
In un articolo pubblicato sulla rivista Energy Research & Social Science, Sovacool analizza le transizioni energetiche nel corso della storia e sostiene che se si guarda solo al passato il quadro energetico che viene rappresentato è negativo.
In Europa, ad esempio, la transizione energetica dal legno al carbone ha richiesto un periodo di tempo compreso tra 96 e 160 anni; invece l’uso comune dell’elettricità ha richiesto un periodo tra 47 e 69 anni.
Questa volta il futuro potrebbe essere diverso poiché ci sono diversi elementi in gioco da non sottovalutare.
Da un lato abbiamo gli elementi di rischio come la scarsità delle risorse energetiche e il cambiamento climatico mentre dall'altro abbiamo le opportunità come la capacità dell’umanità di migliorare le tecnologie e di fare innovazione. Tutti questi elementi potrebbero accelerare la transizione dell'umanità verso un futuro energetico pulito.
Lo studio evidenzia numerosi esempi di transizioni veloci che sono spesso stati trascurati dagli analisti. Ad esempio nella provincia canadese dell’Ontario è stato abbandonato l’utilizzo del carbone durante il periodo compreso tra il 2003 e il 2014; In Indonesia il governo ha adottato un piano energetico che ha interessato tutti i proprietari di prima casa (i due terzi circa della popolazione) effettuando in solo tre anni la transizione dai fornelli alimentati a kerosene a quelli alimentati a GPL (gas di petrolio liquefatto); in Francia la produzione di energia elettrica deriva dall’uso del combustibile nucleare, nel 1970 i reattori nucleari hanno fornito il 4% dell'energia elettrica mentre nel 1982 hanno coperto il 40% del fabbisogno del mercato e oggi (dati aggiornati al 31/03/2016) il 75% dell’energia elettrica prodotta in Francia deriva dall’energia nucleare.
Ognuno di questi casi ha in comune un forte impegno governativo unito a un cambiamento dei comportamenti dei consumatori spesso guidato da incentivi da parte dei governi e pressioni da parte di associazioni ambientaliste, aziende, organizzazioni di cittadini ecc.
Immagine 2 - Il prof. Benjamin Sovacool. Credits: Università del Sussex, UK.
«L’opinione tradizionale che considera le transizioni energetiche come un processo lungo che richiede decenni o secoli non è più supportata dai fatti» dichiara Sovacool.
«Effettuare la transizione ad un sistema energetico pulito richiederà importanti mutamenti nella tecnologia, nelle norme politiche, nelle tariffe e nei regimi dei prezzi oltre alla modifica del comportamento degli utenti.»
«Se attendiamo che il cambiamento avvenga da se come è avvenuto in gran parte in passato, tale transizione potrà richiedere molti decenni. Troppi fattori da far coincidere spontaneamente tutti insieme.»
«Tuttavia abbiamo una quantità sufficiente di informazioni derivanti dalle transizioni energetiche precedenti che ritengo possibile un’accelerazione di tutte le future transizioni energetiche» conclude il ricercatore.
Maggiori informazioni:
Benjamin K. Sovacool. How long will it take? Conceptualizing the temporal dynamics of energy transitions, Energy Research & Social Science (2016). DOI: 10.1016/j.erss.2015.12.020