Ci sono voluti cinque anni e un investimento di 1,1 miliardi di dollari ma alla fine la sonda Juno è riuscita ad entrare nell’orbita di Giove.
La sonda della NASA è entrata in orbita attorno a Giove nelle prime ore di questa mattina martedì 5 luglio.
Immagine - Rappresentazione artistica della sonda Juno in orbita attorno a Giove - Credit NASA/JPL-Caltech
L'evento è iniziato alle 23.18 EDT di lunedì 4 luglio (03.18 GMT di martedì 5 luglio), gli scienziati della NASA hanno guidato la sonda Juno in modo che iniziasse a rallentare abbastanza da venir "catturata" dalla gravità del gigante gassoso.
La sonda della Nasa ha iniziato il suo viaggio nello il 5 agosto 2011 e la distanza al momento del lancio era di 716 milioni di km. Durante il tempo che la sonda ha impiegato per arrivare a Giove la distanza tra la Terra e il pianeta gassoso è aumentata. Dal momento del lancio fino all’inserimento nell’orbita di Giove la sonda Juno ha percorso 2,8 miliardi di chilometri.
La missione Juno (avvicinamento a Giove)
21.16 EDT lunedì 04 luglio (01.16 GMT martedì 05 luglio) Juno effettua la prima rotazione necessaria per entrare in orbita. Un’altra viene compiuta alle 10.28 EDT (02.28 GMT);
22.56 EDT (02.56 GMT) Il tasso di rotazione della sonda Juno aumenta da due a cinque giri/min per aumentare la stabilità in vista dell’accensione del motore principale;
23.18 EDT (03.18 GMT) Accensione del motore principale di Juno, questa fase è necessaria per rallentare la velocità (che si stabilizza intorno 1950 Km/h) e permettere l’ingresso in orbita della sonda (Juno viene così “catturata” dal campo gravitazionale di Giove);
23.53 EDT (03.53 GMT) Termina la fase dell’inserimento nell’orbita e il tasso di rotazione scende a due giri/min;
00.16 EDT (04.16 GMT) Juno inizia a inviare dati alla Terra attraverso la telemetria. Sono necessari 48 minuti affinché i dati attraversino lo spazio da Giove alla Terra.
Juno è stata "catturata" dalla forza gravitazionale di Giove, la sonda orbiterà intorno al pianeta e sarà sottoposta a intense emissioni di radiazioni. Il suo obiettivo primario è quello di rivelare la storia della formazione e dell'evoluzione di Giove.
In particolare, Juno getterà un primo sguardo sotto le dense nubi di Giove. I dati scientifici raccolti dalla missione permetteranno ai ricercatori di saperne di più sul pianeta come mai accaduto prima. Per la prima volta si avranno a disposizione immagini ad alta risoluzione di Giove.
Il pianeta a strisce – l'effetto è creato da venti vorticosi – è composto principalmente di idrogeno ed elio. Gli scienziati ritengono che Giove sia uno dei primi pianeti ad essersi formato nel sistema solare. L’elemento più evidente, la macchia rossa gigante, è due volte la larghezza della Terra.
Il veicolo spaziale analizzerà la gravità, il campo magnetico, l’atmosfera e l’evoluzione di Giove.
Durante la missione la sonda Juno orbiterà attorno a Giove 37 volte.
«Durante il primo anno e mezzo della fase scientifica della missione, il veicolo spaziale eseguirà un passaggio radente sopra alle nubi del pianeta ogni 14 giorni» scrivono gli scienziati della NASA.
La sonda spaziale Juno
La sonda è alimentata da tre matrici di pannelli solari che trasformano la luce del sole in elettricità. Ciascuna delle matrici che sporgono dal corpo di Juno ha una lunghezza di 9 metri, la superficie totale per raccogliere l’energia solare supera i 60 m2.
Le matrici ospitano 18.698 celle solari che sono in grado di produrre circa 500 watt di elettricità quando Juno si trova vicino al quinto pianeta del sistema solare. In prossimità della Terra la sonda è stata in grado di “produrre” una potenza di 14 kW.
L’oggetto più veloce mai costruito dall’umanità
Mentre la sonda stava per giungere in prossimità di Giove ha raggiunto una velocità di 250.000 km/h. Juno è diventata la sonda artificiale più veloce nella storia dell’umanità. Quando è stata lanciata, la sonda trasportava 1.280 kg di carburante e pesava 3.625 kg in totale.
È anche il primo veicolo spaziale a volare con parti in titanio realizzate con la tecnica di stampa 3D.
Alla fine della missione, dopo la 37a orbita intorno al pianeta, Juno si inoltrerà sotto le nuvole della parte nord di Giove.
La sonda non è stata progettata per operare all'interno dell'atmosfera del pianeta e brucerà nel febbraio 2018.
Ancora prima di arrivare in orbita Juno ha già iniziato a fornire dati scientifici interessanti. La settimana scorsa la sonda ha registrato il suono provocato dal vento solare intorno a Giove.
La registrazione è stata soprannominata il 'rombo' di Giove.
Questo rombo è causato dal vento solare supersonico riscaldato e rallentato dall’atmosfera magnetica di Giove. «È analogo a un boom sonico che avviene sulla Terra» scrivono gli scienziati della Nasa. I ricercatori stimano inoltre che il campo magnetico dovrebbe essere 20.000 volte più potente del campo terrestre.