L'assunzione genetica in Piaget del concetto di permanenza dell'oggetto segna i limiti intrinseci della logica scientifica


    [inline: 1= Immagine - 1 - Schema del concetto di Permanenza] Immagine - 1 - Il concetto di Permanenza all'interno dello schema di Piaget

    Questo concetto di permanenza(Immagine - 1), all'interno dello schema di Piaget viene interpretato con una epistemologia di base che le da una valenza genetica, anche se lo schema è in linea in parte con quello più generale del pensiero logico - simbolico.(1)

    Monadi interiorizzate ed allineate secondo una logica ferrea non prescindono da una cesura fra i due sistemi (specifico e non specifico) e si riversano in rappresentazioni non più isolate coordinandosi sulla base della teoria degli insiemi.

    Il neonato attraverso questa specificità percepisce l'oggetto come dotato di continuità e permanenza indipendente dalla sua percezione. Questa è la coscienza insita nel principio base della Scienza neopositivistica, ovvero non mettere in discussione l'oggettività scientifica del mondo reale.

    In questo senso nasce la percezione di una concettualità adialettica e non evoluzionistica degli oggetti, come appaiono al bambino ovvero indipendenti dalla percezione.

    Un'interpretazione epistemologica dialettica considera questo un errore perché ignora il peso dell'anomalia originaria.

    Tanti studi ulteriori a Piaget, anticipano il periodo di formazione del concetto di permanenza, provando indirettamente, che la sua interiorizzazione è di gran lunga antecedente alle fasi stabilite dallo studioso ma in ogni caso l'input esplicativo rimane lo stesso, anche se la concretizzazione come linguaggio psichico in quanto permanenza oggettuale coincide con un periodo ulteriore perché gli oggetti percepiti come monadi adialettiche e non evolutive, sono già essi stessi il frutto interiorizzato dell'anomalia, data dallo scarto strutturale fra sistema specifico e non specifico.

    Queste monadi interiorizzate non appaiono più isolate ma coordinate quando si concretizza nella struttura della teoria degli insiemi, già intesa come rispecchiamento dell'allineamento neurale degli OM, ma non necessariamente in positivo data l'anomalia.(2)

    Queste operazioni psichiche, si esplicano nel periodo identificato da Piaget del pensiero intuitivo (7-12 anni), ma sono già il frutto di una "permanenza oggettuale", concetto che ha in quest'ultimo il periodo di formazione già nei primi due anni di vita, periodo in cui anche dalle mie ricerche affiora un'influenza strutturale, che lo stesso Piaget individua nello stadio senso-motorio(3).

    Il suo grande errore epistemologico consiste nell'ignorare completamente il carattere neurostrutturale dell'anomalia e di conseguenza quello scarto che segna l'inizio di una doppia logica e della illusoria oggettività del linguaggio matematico-scientifico.

    La catena degli Oggetti Mentali si forma attraverso meccanismi neurostrutturali in cui le topiche psicoanalitiche sono cognitivamente pregnanti, per la formazione degli insiemi; tale neurostruttura, come abbiamo visto(4) è coordinata da una incognita di intersezione (x) che ha un contenuto psichico che tiene insieme la catena delle Monadi adialettiche, come il bambino vede gli oggetti, secondo una logica che contrasta quella della realtà delle cose.

    In quest'ultima gli oggetti non sono eterni e adialettici, ma evolutivi in continua trasformazione alternata di nascita e di morte. Piaget, concepisce in modo monadale la percezione del bambino dell'universo iniziale, come fisso nel tempo senza cambiamenti pieno di oggetti permanenti, dotati di autonomia fuori dalla spaziotemporalità e non condizionati dalle percezioni sensoriali.

    L'accettazione di questo come genetico è la base dell'epistemologia base della scienza neopositivista in quanto ideologia.(5)

    Note

    (1) Schema Roberto Ettore Bertagnolio sul pensiero logico-simbolico (PDF file, 24Kb - Schema struttura del pensiero logico simbolico rivista Le scienze web news). J. Piaget Lo sviluppo mentale del bambino, ed altri studi di psicologia, Ed. Einaudi, MI 1970, in particolare per ciò che riguarda il concetto di prevalenza oggettuale.

    (2) rivista le scienze web news: R. E. Bertagnolio.

    (3) rivista citata R. E. Bertagnolio

    (4) ibidem

    (5) J. Piaget, L’epistemologia genetica, Ed. Laterza BA, terza edizione 1983. il termine genetico fa assumere un valore universali innato al concetto di permanenza oggettuale e nega la provenienza neurostrutturale legata all’anomalia originaria data dalla cesura storico-dialettica tra le immagini di memoria e l’input visivo, e lo scarto tra il sistema specifico e non specifico.