L'allattamento al seno? Semplicemente fondamentale.


    Allattare al seno è estremamente importante sia per il bambino, perché così può disporre del miglior alimento possibile durante i primi mesi di vita, sia per la mamma che ha modo di instaurare un rapporto unico ed esclusivo con il proprio figlio.

    L'allattamento al seno è il modo migliore per promuovere uno stretto rapporto fra mamma e neonato, è garanzia infatti, di un intenso legame madre figlio. Dopo il parto, con l'espulsione della placenta, si ha un'impennata nei livelli di prolattina, l'ormone responsabile della lattazione: se la mamma è fortemente motivata ad allattare entro pochi giorni può iniziare l'allattamento; la paura, lo stress, la stanchezza e i dispiaceri possono ostacolare il fisiologico innalzamento dei livelli di quest'ormone con assenza di latte.

    Una volta iniziato l'allattamento gli stimoli visivi e tattili che precedono la poppata determinano il rilascio di prolattina dal lobo anteriore dell'ipofisi e di ossitocina dal lobo posteriore: attraverso il circolo ematico la prolattina giunge alla ghiandola mammaria dove induce l'aumento della secrezione di latte all'interno degli alveoli, mentre l'ossitocina determina la contrazione delle cellule degli alveoli e dei dotti escretori con eiezione di latte.

    [inline: 1= Immagine - 1 - Schema riassuntivo dei meccanismi coinvolti nell'eiezione di latte] Immagine - 1 - Schema riassuntivo dei meccanismi coinvolti nell'eiezione di latte

    Il latte secreto dal primo al quarto giorno prende il nome di colostro, è particolarmente ricco in Beta-carotene, ha infatti un colorito giallognolo, in vitamine liposolubili, in sali minerali e immunoglobuline. Gli anticorpi raggiungono il lume intestinale del neonato e lo proteggono dalle infezioni enteriche, in caso di allattamento artificiale si priva il bambino di questa naturale immunità passiva.

    Dopo il quindicesimo giorno si parla di latte maturo, ricco pi๠di qualunque altro tipo di latte di acido linoleico. Studi osservazionali hanno evidenziato come i bambini allattati al seno, dimostrino rispetto ai bambini nutriti artificialmente, un miglior sviluppo neurocognitivo durante il primo anno di vita, molto probabilmente perché il latte materno è ricco di acidi grassi poliinsaturi a lunga catena i cosiddetti LC-PUFA.

    I precursori degli LC-PUFA sono l'acido α-linolenico (ALA) da cui derivano l'acido eicosapentaenoico (EPA), l'acido docoesanoico (DHA) e l'acido linoleico (LA). Nessuna formulazione di latte artificiale può presentare un'uguale ricchezza in contenuto di LC-PUFA.

    L'allattamento al seno è raccomandato sempre: è sconsigliato in caso di agalattia, ovvero di inadeguata secrezione, di malformazioni del seno, di capezzolo retroverso, in caso di patologie infettive materne, ad esempio tubercolosi non curata oppure di radio o che mio terapia o se la mamma è alcolizzata o tossicodipendente.

    L'allattamento naturale è sconsigliato anche in caso di malattie infettive del neonato, se però il bambino soffre di grave iperbilirubinemia l'allattamento viene interrotto per un certo periodo e poi ripreso; l'allattamento è poi sconsigliato in caso di gravi malattie fetali come la fenilchetonuria o la galattosemia.

    Il solo latte materno è in grado di garantire un corretto sviluppo fino al VI mese: i bambini allattati al seno fino al VI mese non hanno bisogno di alcun altro alimento neppure dell'acqua, a meno che non vi siano temperature ambientali molto elevate o in caso di febbre alta e diarrea; solo in questi casi il bambino ha bisogno anche d'acqua per evitare che possa disidratarsi, altrimenti tutto ciò di cui ha bisogno è presente nel latte materno.

    L'unica vitamina effettivamente carente nel latte materno è la vitamina K, importante nel prevenire fenomeni di tipo emorragico: per questo tutti i neonati allattati al seno dovrebbero assumere alcune gocce di vitamina K una volta a settimana durante i primi quattro mesi di vita.

    Il latte materno, inoltre, è un po' carente di vitamina D, perciò alcuni pediatri consigliano, a partire dal II mese di vita, l'integrazione di questa vitamina.

    È anche vero però, che per esposizione ai raggi del sole si innesca un meccanismo atto a produrre vitamina D senza alcun apporto dietetico: l'esposizione al sole di un neonato, tuttavia, è a forte rischio eritema solare.

    Alcuni pediatri consigliano anche un supplemento di fluoro: tale integrazione non è necessaria fino ai 6 mesi e dai 6 mesi fino ai 3 anni non è indispensabile poiché il fluoro è comunque presente nell'acqua, in numerosi alimenti e nelle paste dentifrice.

    Bibliografia

    American Academy of pediatrics. Breastfeeding and the use of human milk. Pediatrics 2005;

    American Academy of pediatrics. Work group on breastfeeding. Breastfeeding and the use of human milk. Pediatrics. 1997 100:1035-1039.

    Sitografia

    MAMI - Movimento allattamento materno italiano www.mami.org

    La Leche League International www.lalecheleague.org