Guerra all'anidride carbonica


    I gas serra

    Sei gas nel mirino: anidride carbonica, metano, protossido di azoto, esafluoruro di zolfo, idrofluorocarburi, perfluorocarburi.

    Questi i gas condannati ad esser ridotti dal protocollo di Kyoto: contribuiscono, ciascuno a suo modo, a far aumentare la temperatura del pianeta. Questo fenomeno ha effetti a dir poco negativi sul clima globale, sugli ecosistemi, e ne avrà sempre maggiori e sempre più devastanti sulla vita dell’uomo. Alcuni dei gas serra, bisogna ricordarlo, sono presenti in natura: l’anidride carbonica, ma anche l’insospettabile vapor acqueo, il metano, l’ossido nitrico e l’ozono. Esistono poi gas, gli altri citati nel protocollo per esempio, che sono il prodotto delle attività e dell’industria umana. Paradossalmente però, il nemico numero uno è l’anidride carbonica, che da sola è responsabile del 50% dell’inquinamento globale.

    Che cosa è il GWP

    Il global warming potential (GWP) è un indice che quantifica il potenziale di inquinamento in una tonnellata di uno specifico gas rispetto a quello della CO2 . Il GWP degli idrofluorocarburi va da 93000 a 12100, mentre quello dell’esafluoruro di zolfo arriva al potenziale elevatissimo di 23900. A prima vista sembrerebbe che siano altri i gas di cui preoccuparsi, più che della CO2. In realtà si deve considerare che le emissioni di questi gas sono comunque minime rispetto alle quantità di anidride carbonica nell’atmosfera. L’obiettivo principale dei governi nei paesi industrializzati dovrebbe quindi essere quello di abbattere la produzione di biossido di carbonio. Questo gas viene principalmente prodotto, e qui sta il problema, dai combustibili fossili: petrolio, carbone, metano. Il loro uso, attualmente, soddisfa ben il 90% del fabbisogno energetico mondiale, principalmente per la produzione di energia elettrica. Le centrali termoelettriche, infatti, rilasciano nell’atmosfera il 15% dell’energia prodotta, liberando quotidianamente tonnellate di anidride carbonica. Esistono altre fonti di produzione di energia elettrica, tutte meno inquinanti delle centrali termoelettriche. Gli impianti idroelettrici non sono considerati inquinanti; il loro rischio consiste in una possibile deturpazione del paesaggio circostante. Gli impianti termonucleari contemplano due problemi: uno è legato alla possibilità di incidenti durante la fissione, l’altra allo smaltimento delle scorie radioattive da essa derivanti. Le fonti energetiche migliori sono la geotermia, il sole, il vento, l’acqua e la biomassa. E lo sono per due motivi. Anzitutto risultano molto meno inquinanti rispetto ai combustibili fossili ed anche rispetto al nucleare; inoltre costituiscono fonti di energia rinnovabili, a fronte di una crisi energetica cui i combustibili fossili, destinati ad esaurirsi entro un secolo, non potranno rispondere. Il primo e più importante strumento per ridurre l’inquinamento e gli effetti dei gas serra deve essere la conversione della produzione energetica. La biomassa sfrutta, oltre alla combustione di rifiuti solidi ed organici, anche quella del legno, che produce comunque anidride carbonica, ma in maniera irrisoria rispetto alla quantità dei combustibili fossili più usati. Bisogna anche ricordare come ben un quarto della produzione di CO2 sia conseguenza di aggressive politiche di deforestazione. Le foreste costituiscono ancora il 30% della superficie terrestre, ma lo sfruttamento troppo intensivo di alcune zone provoca spesso immensi incendi, così come danni al terreno con conseguenti ripercussioni sull’ecosistema. Il disboscamento illegale non fa che aumentare la gravità della situazione. Ecco che la seconda, efficiente risposta per il controllo delle emissioni di anidride carbonica nell’aria sarebbe una politica forte di riforestazione. Altre due strade da praticare sono quelle della sua scomposizione e dell’innesto sottosuolo. L’anidride carbonica è formata da due atomi di ossigeno e uno di carbonio; se si riuscisse a togliere gli atomi di ossigeno, si potrebbe sfruttare il carbonio per produrre idrocarburi, primo fra tutti il metano. Ma la scomposizione è impresa per ora difficile e costosa. Lo stesso dicasi per l’innesto sottosuolo, che necessiterebbe comunque di profondità marine superiori ai 300 metri, perché l’anidride si depositasse forse per sempre sul fondo oceanico. La via della chimica potrebbe comunque essere la terza, valida risposta alla domanda di riduzione di CO2 che il pianeta sta inoltrando alla società industrializzata. Il protocollo di Kyoto, con il meccanismo del mercato delle quote di emissione, ha puntato su un’ecologia economica, ma la risposta ai problemi ambientali potrà arrivare solo da un’economia ecologica.

    Sitografia

    Sito sui combustibili fossili www.web.tiscali.it/smsverdi/energia/fossili.htm Enciclopedia Encarta - definizione di deforestazione http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981523229/Deforestazione.html WWF – World Wide Fundation Italia www.wwf.it Definizione di Global Warming Potential (in inglese) - Wikipedia L'enciclopedia libera http://en.wikipedia.org/wiki/Global_warming_potential Fondazione Biblioteca Luigi Micheletti www.fondazionemicheletti.it Eco Age Ambiente e Sviluppo Sostenibile www.ecoage.it Non solo aria - sito dedicato all'inquinamento atmosferico www.nonsoloaria.com