Il successo delle auto a idrogeno, da molti indicato come tecnologia emergente del futuro, potrà realizzarsi pienamente solo fra qualche decennio.
Esistono però metodi alternativi, più semplici e più velocemente applicabili per ridurre le emissioni inquinanti dei veicoli terrestri.
Il carbonio contenuto nel petrolio e nei suoi derivati (benzina e diesel) si ossida e si trasforma in anidride carbonica, il principale tra i gas responsabili dell’effetto serra.
I mezzi di trasporto causano il 25% delle emissioni mondiali di gas serra. Un quarto di tutto l’inquinamento dell’aria è prodotto dai nostri veicoli.
Il consumo di petrolio per i veicoli da terra adibiti al trasporto di persone è circa 6 volte superiore a quello dei trasporti aerei.
Sono dunque le nostre vetture ad inquinare principalmente. Diversi accorgimenti possono essere adottati dall’automobilista stesso.
Usare l’auto per tragitti brevi, soprattutto nei mesi rigidi(motore e trasmissione sono freddi) comporta un aumento del consumo del carburante, così come la guida sportiva e le lunghe soste con il motore acceso.
Un altro importante passo può essere compiuto in fase di progettazione del veicolo da parte delle aziende produttrici: motori e trasmissioni più efficienti, pneumatici migliori, e soprattutto un peso minore. Si rendono necessari materiali più leggeri, ma al tempo stesso veicoli più piccoli.
I progressi in senso tecnologico ci sono stati, ma rischiano di essere vanificati dalla tendenza all’acquisto di auto e furgoni sempre più grandi e pesanti, come l’attuale moda dei SUV insegna.
L’utilizzo di carburanti diversi dal petrolio si renderà comunque necessario; si tratta di capire quali siano i più vantaggiosi.
Il petrolio non convenzionale (nafta o sabbia petrolifera, argillite petrolifera, carbone) richiede, per la sua produzione, grandi quantità di diverse energie(ad esempio gas ed elettricità) che comportano a loro volta un impatto ambientale non indifferente.
Lo stesso si può dire dell’etanolo o del biodiesel, combustibili derivati dalle biomasse.
Negli USA il 20% del grano prodotto viene trasformato in etanolo, in Brasile l’etanolo viene estratto dalla canna di zucchero.
Tuttavia sono scarse al momento le conoscenze sull’impatto ambientale globale che la loro produzione comporterà, quindi puntare tutto sui combustibili derivati dalle biomasse è impossibile.
Si rende necessaria una strategia unitaria che utilizzi tutti i mezzi possibili, passando dalla produzione, al carburante, alla consapevolezza e alla responsabilità nell’acquisto e nell’uso da parte di ogni cittadino.
Sitografia
New and Renewable Energies - Europa.eu http://ec.europa.eu/energy/res/legislation/biofuels_en.htm
Austrian Biofuels Institute http://www.biodiesel.at/
European Bioethanol fuel Association http://www.ebio.org/home.html
LAMNET- Latin America Thematic Network on Bioenergy http://www.bioenergy-lamnet.org
Portal do Biodiesel - Brasil http://www.biodiesel.gov.br/
Oil Sand Discovery Centre - Fort McMurray, Alberta, Canada http://www.oilsandsdiscovery.com/